29.5.11

Giù le mani dall'acqua!


il Laboratorio Giovanile Sociale organizza la presentazione del libro "La società dei beni comuni". Sarà presente l'autore, Paolo Cacciari, che dialogherà con Sergio Labate, docente dell'Università degli Studi di Macerata, e Daniele Benedetti, del Laboratorio Giovanile Sociale.

Il testo è una raccolta di articoli sul tema dei "commons", dei beni comuni. Acqua, aria, terra, sapere, lavoro: possono, questi particolari beni, essere gestiti secondo logiche di mercato? Sì, secondo il governo Berlusconi che, di fatto, ha privatizzato la gestione del servizio idrico. No, secondo il milione e mezzo di cittadin* che ha firmato per promuovere un referendum abrogativo dell'art. 23 bis della legge n. 133/2008 e di una parte dell'art. 154 del Codice dell'Ambiente. Perché si scrive Acqua, ma si legge Democrazia!

L'appuntamento è per dopodomani - martedì 31 maggio - alle ore 18:00 presso la Circoscrizione centro storico in via Costa, 10 [davanti al Pozzo].


Il precedente incontro con Gabriele Polo, dir. editoriale del Manifesto, su http://lgsmacerata.blogspot.com/2011/05/domani-ce-il-secondo-incontro-promosso.html

28.5.11

Scuole Montessori in rivolta



"Resisteremo un minuto in più di loro. Tutto questo non è un caso, ma un preciso disegno per smantellare tutto ciò che in questo paese può garantire pari opportunità". Tiziana, la mamma di Valerio, va dritta al punto per spiegare perché insieme a tutti gli altri genitori della scuola frequentata da suo figlio (il 101° circolo di Roma) ha deciso di passare tre giorni barricata dentro la scuola. Si tratta di provare a difendere il futuro scolastico del figlio, roba non da poco. Prima di fartelo togliere vale la pena combattere. E così gentiori non proprio avvezzi alle proteste di piazza, con i loro bambini, dopo aver avvertito le maestre - che però in questa faccenda assumono un ruolo di secondo piano - hanno pacificamente invaso la scuola alla fine lezione di ieri, alle 16,30. Alle 20,00 , li troviamo che distribusicono, da bravi genitori organizzatissimi, il pasto ordinato da un catering per la cena dei piccoli. I quali per tutto il giorno hanno scorrazzato in giardino. Intanto, ci si prepara per il concerto organizzato per la sera.


Sei meno: Tiziana, intanto, continua a raccontare: "Il mese scorso abbiamo saputo che l'anno prossimo avremo un taglio di ben sei maestre. Quattro di queste verranno tolte dal plesso tradizionale con la conseguenza che ci saranno classi di quarta e quinta, che sono le meno numerose, che varranno accorpate ad altre classi. Una maestra viene 'tagliata' invece dal plesso Montessori, che è una scuola molto piccola con sole dieci maestre. Toglierne una significa compromettere definitivamente un metodo didattico, quello Montessori, che prevede che non ci siano classi chiuse, che tutte le maestre collaborino condividendo il materiale montessoriano: una in meno significa ledere il lavoro di tutte e cinque le classi. infine - conclude Tiziana - verrà 'elimanato' l'insegnamento dell'inglese impartito da un maestro con la specializzazione".

Scuole a pezzi: Il tutto in uno scenario da lacrime e sangue: il 101° circolo si trova in uno spazio molto bello e curato, nella prima periferia sud-est di Roma, vicino Cinecittà. Ma tanta grazia sembra il retaggio di una stagione ormai definitivamente chiusa, quando la scuola pubblica cercava e spesso riusciva ad essere avanguardia didattica educativa. Ovviamente succede ancora, questa scuola ne è un esempio (basta viistare il sito). Ma ormai da anni il "miracolo" delle riforma fatte pensando prima di tutto al risparmio hanno dato i loro frutti: dappertutto insegnanti e genitori fanno i salti mortali per garantire un minimo di decoro alla vita scolastica. Mentre il ministro Gelmini si permette di parlare di "razionalizzazione".

Il programma dell'occupazione: I genitori hanno appeso fuori dalla scuola striscioni e disegni. Ieri poco dopo l'occupazione davanti alla scuola è passata una piccola manifestazione a favore dell'acqua pubblica organizzata dal quartiere. L'empatia è stata immediata. Qui e lì si difendono beni comuni, che qualcuno vorrebbe elargire solo a pagamento. Poi in serata un concerto a cui hanno partecipato più di 300 persone. Oggi in calendario ci sono laboratori per bambini, alle 17 il dibattito pubblico "come resistere alla distruzione della scuola pubblica (via Lemonia 238) e stasera musica e proiezioni. I laboratori per i più piccoli continuano anche domani mattina fino alle 13,30.

Il caso Montessori: Se ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di taglio ben poco razionale - come può essere razionale smembrare un gruppo classe in quinta elementare? - nel caso della protesta delle scuole Montessori ci troviamo anche di fronte a un'evidente violazione di legge: esiste infatti una convenzione tra il ministero della Pubblica istruzione e l'Opera nazionale Montessori in cui si garantisce, tra l'altro, la compresenza di due insegnanti. Ma, almeno a Roma, i genitori e i maestri delle cinque scuole Montessori raccontano che "il prossimo anno per tutti è meno uno". Tant'è che la protesta non finisce con l'occupazione di via Lemonia: il 30 tutte e cinque le scuole Montessori della capitale parteciperanno al presidio convocato in mattinata sotto al ministero della Pubblica Istruzione di viale Trastevere. Per ora nessuna protesta pubblica da parte dell'Opera nazionale Montessori. Sarà perché la maggior parte delle scuole montessoriane sono private?

24.5.11

Il manifesto politico di “Democracia Real YA!”

Eliminazione dei privilegi della classe politica:
Stretto controllo sull’assenteismo. Istituzioni di sanzioni specifiche per chi non onori le proprie funzioni pubbliche.
Eliminazione dei privilegi nel pagamento delle tasse, nel conteggio dei contributi lavorativi e nel calcolo degli anni per ottenere la pensione.

Equiparazione dello stipendio degli eletti al salario medio spagnolo con la sola aggiunta dei rimborsi indispensabili all’esercizio delle funzioni pubbliche.
Eliminazione dell’immunità associata all’incarico. I delitti di corruzione non prescrivono.
Pubblicazione obbligatoria del patrimonio di chiunque ricopra incarichi pubblici.
Riduzione degli incarichi “a chiamata diretta”.
Contro la disoccupazione:
Ridistribuzione del lavoro stimolando la riduzione della giornata lavorativa e la contrattazione fino ad abbattere la disoccupazione strutturale (sarebbe a dire raggiungere un tasso di disoccupazione inferiore al 5%)
In pensione ai 65 anni e nessun aumento dell’età pensionabile fino all’eliminazione della disoccupazione giovanile.
Vantaggi per le imprese con meno del 10% di contratti a tempo.
Sicurezza nel lavoro: divieto del licenziamento collettivi o per cause oggettive nelle grandi imprese che non siano in deficit, controlli fiscali alle grandi imprese per evitare il lavoro a tempo determinato quando invece potrebbero assumere a tempo indeterminato.
Reintroduzione dell’aiuto di 426 euro a persona/mese per i disoccupati storici.
Diritto alla casa:
Esproprio statale delle case costruite in forma massiva e che non siano state vendute: diventeranno case popolari.
Aiuti per l’affitto ai giovani e a chiunque si incontri in condizioni di bassa disponibilità economica.
Si permetta, in caso di impossibilità nel pagare l’ipoteca, la sola riconsegna della casa.
Servizi pubblici di qualità:
Eliminazione delle spese inutili delle amministrazioni pubbliche e creazione di un organo indipendente di controllo dei bilanci e delle spese.
Assunzione di tutto il personale sanitario in attesa di assunzione.
Assunzione del personale in attesa nel settore dell’educazione per garantire una giusta proporzione alunni/insegnanti, un adeguato numero di professori di supplenza e i professori di appoggio (ndr ai diversamente abili).
Riduzione delle tasse universitarie ed equiparazione dei prezzi dei master a quelli della normale carriera universitaria.
Finanziamento pubblico alla ricerca per garantirne l’indipendenza
Trasporto pubblico poco costoso, di qualità ed eco-sostenibile: reintroduzione dei treni che ora vengono eliminati per far spazio all’alta velocità ed quindi dei relativi prezzi originari.

Riduzione dei prezzi degli abbonamenti al trasporto pubblico, riduzione del traffico su gomma all’interno dei centri urbani, costruzione di piste ciclabili.
Servizi sociali locali:

applicazione definitiva della Ley de Dependencia (assistenza alle persone dipendenti, per malattia o vecchiaia), istituzioni delle reti di assistenza locali e municipali e dei servizi locali di mediazione e tutela.
Controllo delle banche:
Divieto di qualsiasi tipo di salvataggio o iniezione di capitale pubblico. Le banche in difficoltà dovranno fallire o essere nazionalizzate per tramutarsi in banche pubbliche sotto controllo sociale.
Aumento della tassazione alle banche in forma proporzionale alla spesa sociale provocata a conseguenza della cattiva gestione finanziaria.
Restituzione alle finanze pubbliche dei prestiti statali concessi nel tempo.
Le banche spagnole non possono investire nei paradisi fiscali.
Sanzioni nei casi di cattiva prassi bancaria e di speculazione.
Fisco:
Aumento delle detrazioni d’imposta sui grandi capitali e le entità bancarie.
Eliminazione del Sicav (società d’investimento a capitale variabile)
Reintroduzione della tassa sul patrimonio.
Controllo reale ed effettivo sulle frodi fiscali e sulla fuga di patrimoni verso i paradisi fiscali.
Proporre la “Tobin Tax” a livello internazionale.
Libertà civili e democrazia partecipativa:
No al controllo di Internet. Abolizione della legge Sinde (che disciplina diversi aspetti del diritto d’autore in Rete e del peer to peer)
Protezione della libertà d’informazione e del giornalismo d’investigazione.
Istituzione di referendum obbligatori e vincolanti per questioni di grande importanza e che modificano le condizioni generali di vita dei cittadini.
Istituzione di referendum obbligatori prima dell’introduzione e l’applicazione delle norme europee.
Modifica della legge elettorale per garantire un sistema veramente rappresentativo e proporzionale e che non discrimini nessunn partito
politico nè volontà popolare, una nuova legge elettorale che veda rappresentati anche i voti in bianco o quelli nulli.
Indipendenza del Potere Giudiziario: riforma del Ministero della Giustizia per garantirne l’indipendenza, il Potere Esecutivo non potrà
nominare membri del Tribunale Costituzionale o del Consiglio Generale del Potere Giuridico (il CSM italiano).
Presenza di meccanismi effettivi che garantiscano democrazia interna ai partiti politici.
Riduzione delle spese militari.

21.5.11

Inedito: testimonianza diretta dalla mobilitazione in Spagna

Riportiamo di seguito la testimonianza di uno dei giovani spagnoli che occupano le piazze delle maggiori città spagnole. Un racconto e un'analisi inedita che ci spiega cosa sta succedendo, cosa succederà, perché e in quali modi si sta protestando. Appena possibile la traduzione in italiano.


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Desde el domingo 15 de mayo, España está sumida en una de las mayores movilizaciones ciudadanas desde la Transición. Decenas de miles de personas han salido a la calle para reivindicar sus derechos democráticos y reclamar un reparto más justo de la riqueza en estos tiempos de crisis.

Protagonistas e historia
La plataforma ciudadana Democracia Real Ya (DRY) promovió manifestaciones en todas las capitales de provincia de España bajo el lema: Toma la calle. No somos mercancía en manos de políticos y banqueros. La convocatoria se difundió rápida y eficazmente entre los colectivos juveniles, especialmente a través de las redes sociales.
Decenas de asociaciones ciudadanas secundaron la convocatoria. Junto con DRY, una de las más activas ha sido la asociación No les votes, surgida como reacción frente a la llamada Ley Sinde, que restringe las posibilidades de descargar gratuitamente contenidos de Internet y establece un sistema de control de páginas web.
Cualquier asociación puede adherirse al movimiento bajo una condición: no debe guardar ningún tipo de filiación con cualquier sindicato o partido político. El movimiento no apoya explícitamente ninguna opción política; tampoco llama a la abstención, al voto nulo o al voto en blanco. Cada uno expresa libremente su opinión y su voto para la opción que desee.
En este momento los principales protagonistas son los jóvenes; sin embargo, en las concentraciones hay personas de todas las edades. La indignación y la esperanza de un cambio son los principales puntos de unión. Estudiantes, parados, trabajadores, pensionistas, pequeños empresarios; todos los grupos sociales están representados.

Las causas de la protesta
Desempleo
. Una tasa de paro del 20% y una cifra absoluta cercana a los 5 millones de personas buscando trabajo. La Administración sólo convoca 1 de cada 10 plazas de funcionario que quedan vacantes: reducción de puestos de trabajo estatales. Despidos masivos en grandes multinacionales incluso habiendo declarado beneficios millonarios. 1 millón de hogares en los que ninguno de sus miembros percibe ningún tipo de ingreso.

Déficit democrático
. Tenemos una de las leyes electorales más desproporcionales de Europa. Los sindicatos mayoritarios apenas representan a un 20% del total de trabajadores. Más de 50 políticos españoles imputados en casos de corrupción se presentan como candidatos a las elecciones municipales del 22 de mayo. Los máximos dirigentes judiciales son nombrados por los partidos políticos mayoritarios (PSOE-PP) y acostumbran a adoptar sus sentencias en función de la postura política del partido que les situó en el cargo.

Indignación ciudadana
. Rescates multimillonarios a bancos y entidades financieras. Conversión de las cajas de ahorros (con representantes políticos en sus consejos de administración) en bancos privados ordinarios. Evasión de impuestos, paraísos fiscales, SICAV (sociedades de inversión que se benefician de una importante reducción de impuestos). Reducción del salario de los funcionarios públicos. Recortes anunciados en infraestructuras, cooperación al desarrollo y, en algunas regiones, servicios públicos. Privatización de lo poco que queda de las empresas públicas estatales.

Formas de movilización
Manifestación inicial. El 15 de mayo se convocaron manifestaciones en todas las capitales de provincia de España: 50 ciudades. Tuvieron un éxito mucho mayor de lo esperado; al menos 20.000 personas se reunieron en Madrid y otras 10.000 en Barcelona. Decenas de miles en toda España. Esa misma noche, en vista del éxito de la convocatoria, grupos de manifestantes decidieron continuar la lucha acampando en lugares emblemáticos de Madrid y Barcelona.

Asambleas. Desde entonces, en las principales ciudades del país han sido convocadas nuevas acampadas. Todos los días se celebra una o más asambleas donde se toman decisiones sobre:
-Continuación de la movilización
-Organización de las acampadas
-Críticas al modelo social y político vigente
-Propuestas políticas concretas
El funcionamiento es perfectamente horizontal. Todo el mundo puede pedir la palabra y participar.

Concentraciones. Por las tardes a las 20h00 o las 21h00 se convocan concentraciones ciudadanas en los lugares de acampada. Es el momento de máxima afluencia de personas. Cada día desde el domingo ha aumentado el número de asistentes. En esas concentraciones, se lee el manifiesto, se anima a participar a los asistentes (si el número de personas lo permite) y se leen comunicados o poemas. Actualmente, se leen también las propuestas concretas que han ido planteándose en las asambleas.

Acampadas. Los campamentos están organizados por comisiones. Las más comunes son: comunicación, limpieza, organización, alimentación, seguridad. Los ciudadanos aportan todo lo que pueden. Es común que un asistente a cualquiera de los actos aporte comida, dinero, mantas, agua, material de limpieza, herramientas, medicinas…
Hay actividades de todo tipo: música, malabares, teatro, exposiciones de fotografía, paneles donde la gente cuelga sus escritos, talleres, proyección de películas y documentales, juegos, etc.

Comunicación. La mayor parte del trabajo de comunicación y organización es realizado a través de Facebook y Twitter. No hay ningún portavoz oficial: todo el mundo puede hablar en su nombre. Actualmente, en Madrid, se han organizado turnos de portavoces cada 4 horas para que en cada momento 5 personas expresen las principales conclusiones de las asambleas.
No se permite ningún tipo de símbolo político: insignias, banderas, manifiestos de partidos políticos, propaganda…

Propuestas

Reformas democráticas
-Reforma de la Ley Electoral para hacerla más proporcional
-Elección democrática del Jefe de Estado: República.
-Referéndums respecto a las grandes leyes del Estado que afecten directamente a la vida de las personas.
-Reforma de la Ley de Extranjería.
-Democracia participativa: consejos vecinales, asambleas de distrito, presupuestos participativos
-Supresión de las pensiones vitalicias a los políticos.
-Reducción de sueldo de los políticos.
-Prohibición de concurrir a unas elecciones estando imputado judicialmente en cualquier tipo de causa.
-Limitación del número de años que un político puede representar a una opción política.
-División de poderes: independencia del poder judicial respecto al poder ejecutivo.
-Estado laico: supresión de los privilegios a la Iglesia Católica
-Negativa a la participación del Estado en cualquier escenario de guerra.
-Recuperación de la Memoria Histórica. Condena del franquismo.

Reformas económicas
-Impuestos directos más progresivos.
-Lucha contra el fraude fiscal
-Impuestos a las empresas proporcionales a sus beneficios.
-Eliminación de las SICAV.
-Establecimiento de una tasa sobre todo movimiento financiero transnacional.
-Nacionalización de los bancos rescatados.
-Creación de una banca pública.
-Prohibición de los despidos masivos en caso de que la empresa supere cierto nivel de beneficios.
-Mejora del Salario Mínimo Interprofesional
-Lucha contra la precariedad en el trabajo: becas insuficientes, contratos abusivos.
-Recuperación por el Estado de las empresas públicas privatizadas.
-Reducción drástica del gasto militar.

Medio Ambiente
-Cierre de todas las centrales nucleares del país.
-Fomento del transporte público, transporte no motorizado.
-Promoción de la red de carriles-bici urbanos e interurbanos.
-Apuesta por un modelo de economía sostenible.



Situación actual y breve análisis personal
La composición de la protesta es muy heterogénea. Hay comunistas, ecologistas, trotskistas, socialistas, anarquistas, gente que jamás ha votado, personas que siempre han votado al PSOE, a IU o al PP… El movimiento es muy complejo. Un buen número de manifestantes se sitúan a la izquierda de cualquier fuerza política, incluso de Izquierda Unida. También critican a Izquierda Unida por haber pactado con el PSOE algunos de los recortes sociales y por haber permanecido tantos años en el parlamento sin oponerse seriamente a algunos de los abusos de los socialistas. En cualquier caso, la mayor parte de la protesta se dirige contra el PP y el PSOE.
El PP plantea las protestas como un intento de manipulación de la voluntad popular por parte de la izquierda. Acusa al PSOE de estar consintiendo desórdenes públicos. El PSOE pretende mostrar su solidaridad con el movimiento y expresa su apoyo a algunas de las reivindicaciones de los jóvenes. En general las declaraciones de los socialistas se perciben como hipócritas. También Izquierda Unida intenta reclamar como propios los logros y las propuestas de este movimiento. Hay poca autocrítica. No se están dando cuenta de que estas movilizaciones marcan un antes y un después. Ahora sabemos que somos muchos los que estamos descontentos con TODO el sistema, desde el primero hasta el último. Y las elecciones del domingo no van a cambiar nada.
Las propuestas planteadas son muy ambiciosas. La gran mayoría son irrealizables y algunas de las más radicales pueden ser incluso excesivas. Sin embargo, el movimiento persiste y es sorprendente la cantidad de personas que lo está apoyando. La dosis de idealismo que acompaña a estas manifestaciones es contagiosa. Es una revolución en positivo. Estamos trabajando para crear algo; no nos hemos detenido en la crítica. Presentamos soluciones y lo hacemos con buenos argumentos. No nos concederán todo, pero este movimiento no va a soportar irse con las manos vacías.

Perspectivas de futuro
Las elecciones municipales del 22 de mayo no van a suponer ningún cambio sustancial. Además, la mayoría de reivindicaciones afectan al ámbito estatal-nacional. Con total seguridad, continuaremos con las protestas las próximas semanas. Desde el 22 de mayo no se ha convocado ninguna gran manifestación. La Junta Electoral ha prohibido las concentraciones del próximo sábado, pero seguramente la gente acuda igualmente en masa. El sábado puede haber problemas con la policía; esto podría ser positivo para el movimiento porque ganaríamos la simpatía de muchos moderados.
Creo que pronto se convocarán manifestaciones en ciudades concretas para hacer una demostración de fuerza.
Personalmente creo que el movimiento continuará hasta las elecciones generales de 2012, cuando elegimos al nuevo gobierno. Hasta entonces habrá momentos mejores y momentos peores.


Inigo Urresti Gonzales - Gijon



Link Utili:
http://www.elpais.com/articulo/madrid/quiere/Sol/elpepiespmad/20110520elpmad_2/Tes
http://alterglobalizacion.wordpress.com/2011/03/07/democracia-real-ya-toma-la-calle-15-5-2011/
http://democraciarealya.es/?page_id=88

19.5.11

rEsistenze al lavoro: dentro il conflitto.

Domani c'è il secondo incontro promosso dal Laboratorio Giovanile Sociale: "rEsistenze al lavoro". Dopo aver parlato di democrazia con Gianni Ruocco e Massimo Rossi (link: http://lgsmacerata.blogspot.com/2011/04/iniziative-costruire-bene-comune.html), si affronta domani la questione del lavoro: il lavoro è il Tema che deve essere centrale nella politica e per la sinistra; nessuna analisi sociale né lotta per i diritti ha senso se non è inserita dentro una grande riflessione sul lavoro.


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"rEsistenze al lavoro"
Venerdì 20 MAGGIO
18:00 Circoscrizione Centro Storico - Via Costa, 10 [davanti al Pozzo]

Presentazione del libro
Ritorno di FIOM di Gabriele Polo

Ne discutono:
Gabriele Polo, direttore editoriale de il Manifesto
Stefano Casulli, Laboratorio Giovanile Sociale
Vincenzo Lavenia, docente UniMc
Luca Baldissara, direttore Centro Studi R 60
Intervengono anche Fiom-Cgil, FLC-Cgil, Movimento degli Studenti, Rete degli Studenti – Medi
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Se il 1980 segna l'inizio della crisi verticale del lavoro e l'inasprimento (diffusione, ramificazione, puntualizzazione) del suo conflitto con il capitale, la realtà odierna ci pone dinnanzi a tante resistenze diffuse che declinano le loro lotte attorno alla questione della precarietà e della formazione.

I movimenti studenteschi e universitari, le altrepratiche messe in campo nei territori, la mobilitazione metalmeccanica impongono di rimettere in discussione i temi della conflittualità sociale e lavorativa.
Lo facciamo partendo dal libro di Gabriele Polo, direttore editoriale del Manifesto, Ritorno di Fiom: un testo che attraverso il dialogo con gli ultimi 3 segretari della Fiom-CGIL, di-spiega l'evoluzione degli ultimi trent'anni riportando al centro la questione del conflitto capitale-lavoro. Far interloquire quest'analisi con le multiformi sofferenze e rEsistenze del nostro territorio sarà compito degli altri importanti relatori del pomeriggio.


La costruzione di un'alternativa radicata e radicale, in grado di comprendere e anticipare i processi, passa per appuntamenti come quello di domani, cui non penso che la cittadinanza che lavora per e pratica il cmabiamento possa mancare.



Stefano

15.5.11

Alcune riflessioni. A proposito di Università e scuola pubblica.

Tutto molto facile quando si parla di Scuola e Università. Tutti pronti a urlare ai quattro venti che l’Università, la ricerca e il sapere in generale sono la più grande risorsa del nostro Paese. Perché studiare è importante, studiare ti fa crescere, studiare ti permette di emanciparti. Insomma, lo studio è tutto..
Credo che tutti noi abbiamo sentito queste parole da genitori, nonni, zii, amici più grandi, educatori. Ma in particolare credo che l’abbiamo sentite in televisione, nei telegiornali, in programmi vari, forse persino in qualche puntata del grande fratello o di qualche show televisivo.
Ebbene si, studiare è importante. E’ formazione, sapere, maturità. E’capacità di leggere la storia, comprendere le dinamiche sociali, politiche, economiche. E’ possibilità di avere coscienza critica su ciò che ci circonda. Credo che questo vada detto, e non è mai superfluo riaffermarlo.
Purtroppo però la situazione è diversa. L’ipocrisia di questa fase storica è troppo forte e in particolare una buona dose di politici utilizzano la Scuola e l’Università come strumento di consenso e di propaganda elettorale.

Una riflessione su temi concreti:
Mi limito a riportare alcuni dati, in particolare economici, con i quali spesso faccio i conti, cercando di darne una lettura sempre oggettiva e con l’intento di strutturarli affinchè possano rispondere nella maniera migliore possibile alle esigenze di tutti noi studenti.
Spero di suscitare una riflessione, e perché no, anche “indignazione”, come dice Stéphane Hessel nel suo opuscolo ormai diventato famosissimo.
Come studente eletto al Senato Accademico dell’Università degli studi di Macerata, dopo un anno circa di esperienza, mi sono reso conto, dall’interno, di quella che è la situazione in cui si sviluppa il diritto allo studio e in generale il mondo della scuola e dell’Università. Tra il 2010 e questo inizio di 2011 ho toccato con mano le problematiche legate ai tagli da parte del Governo statale e l’ipocrisia con cui vengono affrontate.

A proposito di borse di studio:
La borsa di studio è quello strumento, garantito dallo Stato e dalle Regioni agli studenti bisognosi e meritevoli, che comprende il vitto, l’alloggio, servizi, più una parte di liquidità economica. Queste borse danno a molti ragazzi/e la possibilità di studiare in maniera dignitosa, pur se privi di mezzi. Niente di più di ciò che stabilisce la nostra Costituzione all’art. 34, III e IV comma.
Alcuni dati. Il finanziamento statale per il 2010: 246 milioni di Euro, da dividere tra le venti Regioni. In linea di massima si riusciva a coprire in questo modo circa il 90% degli studenti idonei e vincitori della borsa nelle fasce del Nord e Centro italia, e il 60 % degli idonei al sud. La finanziaria 2011 ha imposto un forte taglio prevedendo un finanziamento di soli 125 Milioni di Euro. Un taglio di circa 120 Milioni,pari al 50 % del totale. La previsione di bilancio per i prossimi anni vedrà un ulteriore depuramento delle somme. Nel 2013 avremo un finanziamento di soli 12 Milioni di Euro. Complessivamente il taglio in tre anni sarà di 234 Milioni. Aggiungo anche che i concomitanti tagli ai trasferimenti statali per le Regioni comporteranno un ulteriore problema, in quanto l’ente Regionale è partecipe del finanziamento alle borse. E, da alcuni calcoli, il taglio previsto per le Regioni comporterà un’ulteriore riduzione nel fondo per il solo 2011 di 23 Milioni di Euro, arrivando perciò a 101 Milioni.

Una situazione insopportabile:
Qualcuno potrebbe non crederci, ma così stanno le cose. Già quest’anno abbiamo fatto i conti con la carenza finanziaria. Per rimanere dentro la nostra Regione, è bene ricordare che già nel Settembre scorso circa mille studenti degli atenei di Urbino e Ancona, nonostante idonei e vincitori di borsa, non ne erano beneficiari, in quanto mancavano i soldi per pagarle. A seguito delle manifestazioni nazionali e di quella regionale (17 Novembre 2010 sotto i palazzi della Regione Marche, vedi allegato http://www.facebook.com/note.php?note_id=178672955476598 )
siamo arrivati alla firma di un protocollo d’intesa con la Regione. In sede di approvazione della finanziaria, la stessa ha previsto un finanziamento straordinario 2, 5 Milioni di Euro per le borse di studio degli studenti marchigiani. Una importante boccata d’ossigeno limitatamente a quest’anno.

Ulteriori considerazioni generali:
Quella delle borse è solo una delle tante cose di cui si potrebbe discutere. Analoga riflessione vale per:
-finanziamenti alle Università per dipartimenti e centri di ricerca
- blocco delle assunzioni per ricercatori e docenti
- taglio ai finanziamenti delle “borse erasmus” per studenti e dottorandi. Ci dicono che le esperienze all’estero sono fondamentali. Purtroppo si predica bene e si razzola male.
In questo quadro di tagli drammatici, si inseriscono ulteriori problemi, come la continua delegittimazione dei professori e degli educatori in generale, definiti dallo stesso Presidente del Consiglio “insegnanti di Sinistra che nella Scuola Pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia”.
Credo che gli insegnanti si occupino di ben altro, piuttosto che inculcare ideologie Comuniste (parola nobile sotto il profilo etimologico e non solo) e valori contro la famiglia.

Il Futuro e la cultura:
Un futuro da guardare alla luce del passato e del presente. Un futuro a cui dobbiamo guardare necessariamente con speranza. La destrutturazione della Scuola e dell’Università, che ormai da diversi anni si sta cercando di mettere in piedi, deve essere combattuta con la forza della cultura. Cultura che è l’arma principale che noi studenti abbiamo. Non possiamo limitarci a guardare da fuori e da estranei a questa situazione. Dobbiamo farci carico di esternare il nostro malessere, di pensare a ciò che c’è di positivo rendendolo ancora migliore, e di guardare a quello che è negativo, comprendendolo, criticandolo, e proponendone un’alternativa. Cè necessità di una Scuola e un’Università accessibili a tutti, che proponga modelli culturali diversi da quelli dei mass media, che sia attento e sappia leggere le dinamiche attuali: l’iper-liberismo, l’immigrazione, la questione meridionale, gli squilibri economici tra nord e sud del mondo, le guerre neo-colonialiste, i movimenti femministi, il rispetto della laicità dello Stato.
La scuola, l’Università e il sapere sono il nostro futuro e il futuro della Società Italiana. Non possiamo rimanere con gli occhi chiusi e con le mani legate. Adoperiamoci collettivamente..

Marco Monaldi

12.5.11

Macerata rEsistente

Oggi giornata di grandi mobilitazioni a Macerata: come Laboratorio Giovanile Sociale abbiamo organizzato l'assemblea d'istituto sulla Palestina all'ITAS, mentre i movimenti studenteschi hanno manifestato contro la presenza del ministro Gelmini nella città, dove clandestinamente e segretamente ha fatto un incontro con il Pdl, Capponi, il Comune (sigh!) ed il rettore (ancora sigh!). Il Movimento degli Studenti ha organizzato un presidio sotto Palazzo Buonaccorsi (dove si svolgeva l'incontro) cui ha preso parte anche Officina Universitaria per un totale di circa 150 persone: cori contro il ministro, che richiamavano alcuni elementi della sua riforma (ulteriore apertura dei CdA ai privati, tagli al Diritto allo Studio e al Fondo Ordinario dell'Università) e incitavano all'idea di un sapere e un percorso formativo diverso, qualificato e qualificante.


Nei prossimi giorni pubblicheremo ulteriori contributi, felici di vedere che quanto si sta seminando all'Università, nelle scuole superiori, nella cittadinanza tutta stia dando i suoi frutti...

10.5.11

Siamo tutti carne da macello.

Ecco un articolo del Laboratorio riportato anche dal Manifesto: http://www.ilmanifesto.it/io-manifesto/lettere-e-filosofia/anno/2011/mese/05/articolo/4595/


La notte tra il 5 e 6 dicembre 2007, sulla linea di ricottura e decappaggio dello stabilimento Thyssen-Krupp di Torino, perdono la vita in un incendio 7 operai dello stabilimento: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi.
Il 15 aprile 2011 la Corte d'Assise di Torino legge la sentenza che condanna Herald Espenhahn, amministratore delegato dell'azienda, a sedici anni e mezzo di reclusione colpevole di omicidio volontario con dolo eventuale. Dai 13 ai 10 anni di reclusione per gli altri dirigenti, colpevoli di cooperazione in omicidio colposo.
Questi sono i fatti. Sabato 7 maggio si è invece tenuta l'Assise generale di Confindustria, a Bergamo. L'associazione ha invitato Espenhahn, il cui intervento è risultato molto applaudito dall'assemblea.

É scandaloso che l'associazione degli imprenditori abbia invitato anche solo ad intervenire un amministratore delegato che ha sulla coscienza la vita di sette persone ed altrettante famiglie. Così come è assolutamente incommentabile e vergognoso che l'intera assise abbia applaudito ad un intervento che inneggiava alla “buona governance” e alle “best practices” della Thyssen-Krupp.
Tuttavia, è bene soffermarsi con ulteriore attenzione sulle parole di Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria. Rileggiamole: “la condanna a 16 anni di omicidio volontario di Herald Hespenhahn è un unicum in Europa ed è un tema che va guardato con molta attenzione”; poi prosegue “non andiamo a ricreare un campo di battaglia in maniera strumentale” per concludere affermando che se ragionamenti del genere “dovessero prevalere, potrebbero allontanare gli investimenti esteri dall'Italia e mettere a repentaglio la sopravvivenza del tessuto industriale”.


Mi chiedo cosa resti della vita in questo discorso.
Scriveva Karl Marx in Lavoro salariato e capitale “Il lavoro è dunque una merce che il suo possessore, il salariato, vende al capitale. Perché la vende? Per vivere” o piuttosto per morire, dato che da molti anni l'Italia è fieramente in testa alle classifiche delle morti sul lavoro, 1080 anche nel 2010.
La Marcegaglia dimostra, con quanto detto, di essere connivente e complice del buon Hespenhahn e di tutti coloro che ritengono la sicurezza sul lavoro un lusso di cui fare a meno. D'altronde, cosa ne sanno del lavoro? Oggi che anche l'innovazione, come i beni materiali e immateriali, ha una natura sociale e collettiva, la violenza e l'espropriazione della classe imprenditoriale si smaschera per quello che è: appropriazione indebita del lavoro altrui, puro e semplice dominio sulla vita e i tempi delle persone. Un dominio così radicale e sfacciato da posporre anche pubblicamente la vita (e la morte) di quegli operai a concetti come 'investimenti' o 'tessuto industriale'. Ma aspettiamo un attimo, non è questo il luogo e il momento di motivare una critica dell'industrialismo.
La cosa gravissima è che la Marcegaglia rimuove con le sue parole due ineludibili verità: che alla Thyssen-Krupp sono morti degli operai per responsabilità di quelli che possiamo ricominciare a chiamare con il loro nome: manager industriali, direttori d'orchestra della produzione (e della speculazione) oltre che dell'efficienza del sistema capitalistico della grande impresa. Sì, perché di questo stiamo parlando, non certo della microimpresa. Questa è la seconda menzogna: non è certo la condanna di un amministratore delegato di un'azienda di migliaia di dipendenti in tutta Europa che mette a repentaglio la nostra industria, perché il nostro paese campa di piccola e piccolissima imprenditoria, del popolo delle partite Iva. E poi, soprattutto, di lavoro dipendente, di precarietà, di disoccupazione.
Senza soffermarci sulle posizioni politiche prese o non prese (vedi Pd) su quanto accaduto, è urgente mettere a registro una lettura della situazione che non anteponga il profitto e la produzione di capitale alla vita ed ai diritti delle persone. Dobbiamo prendere atto che parole come quelle della Marcegaglia passano quasi inosservate, lineari, coerenti con quanto già detto in passato da ministri della nostra Repubblica; dobbiamo decifrarne il linguaggio, coglierne i passaggi salienti, metterne in luce le patologie; dobbiamo imparare a conoscerne i gesti, dobbiamo inventarne di nuovi. Soprattutto, dobbiamo lavorare per la ri-appropriazione del nostro lavoro e della nostra vita.

È necessario alzarci in piedi e contestare quanto detto, ben oltre l'indignazione del vecchio Hessel, organizzando forme di rEsistenza che siano in grado di ricomporre socialmente e politicamente quel mondo della precarietà che subisce oltre alla violenza simbolica delle frasi (e che provi vergogna chi non si è schifato dinnanzi alle parole della Marcegaglia!!!) la costante oppressione dello sfruttamento legalizzato.
Dobbiamo farlo. Né domani né tra poco: ora!

Stefano Casulli

6.5.11

"Ritorno di Fiom" di Gabriele Polo

Laboratorio Giovanile Sociale ha oggi partecipato allo sciopero generale indetto dalla CGIL e alla manifestazione di Macerata. Anche per discutere di questo e soprattutto per andare oltre, ribadisce l'invito a tutt* a prendere parte all'iniziativa promossa per il 20 maggio e che mette assieme tante delle realtà scese in piazza oggi: Fiom-CGIL, FLC-CGIL, Movimento degli Studenti, Rete degli Studenti-Medi. Dopo lo splendido incontro sulla democrazia del 29 aprile, un altro momento per tessere la tela dell'alternativa e rinnovare l'esigenza di un cambiamento culturale in tutto il Paese. Partendo, in questo caso, da un testo incentrato sul maggiore sindacato dei metalmeccanici.








La riflessione infatti prenderà spunto dal libro "Ritorno di Fiom", di Gabriele Polo

Il sindacato metalmeccanico della Cgil è oggi al centro dell'attenzione di attacchi furibondi e di appassionati consensi nell'ambito di una sfida che non riguarda solo le relazioni industriali ma anche la qualità politica e sociale della nostra democrazia. Sfida per un'idea e una pratica del cambiamento che non intende scambiare l'occupazione con la dignità, i diritti e le condizioni di vita dei lavoratori.
La Fiom è un caso unico nel panorama sindacale europeo: compiuti cent'anni alla fine del secolo scorso, i metalmeccanici della Cgil hanno provato a ritornare giovani, ripartendo dal conflitto tra capitale e lavoro, ritrovandosi accanto ai movimenti antiliberisti, diventando un punto di riferimento anche fuori da fabbriche e uffici, cercando nuove strade per la rappresentanza. Storia di una trasformazione e di una sfida democratica: dalla ripresa del conflitto sociale fino allo contro con la Fiat di Marchionne, passando per Genova 2001, nel racconto giornalistico di un quindicennio e nelle interviste agli ultimi tre segretari generali della Fiom.L'autore ricostruisce le trasformazioni sociali ed economiche dell’Italia e le scelte fatte dai metalmeccanici della Cgil in un arco di tempo che coincide, non casualmente, con «gli anni di Berlusconi», l’ultima autobiografia nazionale del Belpaese. Il libro è una cronaca ragionata dei fatti, articolato in tre parti, ciascuna delle quali corredata dall'intervista al segretario generale del periodo – da Claudio Sabattini (1994-2002) a Gianni Rinaldini (2002-2010) a Maurizio Landini (dal 2010).