Tanti auguri Italia mia, e nemmeno un altro di questi giorni!
ItaGLiani basta con questo nauseante patriottismo dell’ultima ora, vi sentite apposto con la coscienza se per un giorno fate finta di sentirvi parte di uno Stato?
Essere cittadino non significa : piazzare la bandiera al balcone di casa, tingersi i capelli e truccarsi col tricolore, comprare le scarpe “limited edition” solo per il 150°,cantare il solito pezzo di inno, fare il matrimonio in tinta con la bandiera (tutte cose viste nel tg2 di oggi).
La dote tutta italica di mercificare anche quello che non dovrebbe MAI avere un prezzo: valori, sentimenti, spiritualità, dignità…
Massimo D’Azeglio disse : “abbiamo fatto l’Italia, adesso dobbiamo fare gli italiani”; guardandomi intorno io non vedo Italiani (con la lettera maiuscola), o perlomeno ne vedo troppi pochi; vedo persone correre dietro un’idea lontana. Domani chi si ricorderà di far parte di uno Stato? Credo che la maggior parte, anzi tutti, riprenderanno la loro normale vita da menefreghisti e qualunquisti.
Eppure, a mio avviso, basta così poco per essere cittadini e costruire una nazione, anche un piccolo gesto come buttare una cartaccia nel cestino invece che per terra. So che la città non è né solo mia né solo degli altri, è NOSTRA, è della collettività; e quindi la tratto col debito rispetto in quanto bene comune.
Manca la coscienza della collettività, c’è troppo egoismo nei cuori delle persone che vivono in Italia.
Spero di vedere una vera festa per l’Unità d’Italia tra 50 anni, sentita e partecipata da tutti con la mente e col cuore.
Camilla Cagnoni
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