Nel giorno in cui ricordarsi della donna diventa quasi un obbligo, che assume la tinta giallo intenso del solito consumismo, il Laboratorio Giovanile Sociale (LGS), in linea con le iniziative portate avanti sino ad oggi sulla questione femminile, vuole cogliere l’occasione per ribadire la necessità di dare vita a percorsi e spazi di riflessione e azione partecipati, per non lasciare che il dibattito sulle tematiche di genere si spenga in favore di false rivendicazioni e sterili moralismi.
Le conquiste della donna, a cominciare da quel voto tanto atteso dopo la seconda guerra mondiale e le rivendicazioni sessantottine e dei successivi anni settanta, sono l’emblema delle lotte per affermare la necessità di essere cittadine attive di un Paese, uguali davanti alle legge e portatrici degli stessi diritti. E’ proprio volgendo lo sguardo a quelle lotte che oggi più che mai stride una società che vanta diritti costituzionali impeccabili a fronte di un mancato riconoscimento sociale della donna. Una società in cui ci si affanna a ricercare la differenza tra il maschile e il femminile, dimenticando di dare spazio alla realizzazione della persona in quanto tale, alla possibilità di autodeterminarsi e di poter esprimere le proprie esigenze di felicità; termine scomparso dalla scena sociale e politica di questa Italia.
Oggi più che mai i dibattiti politici e sociali hanno bisogno di puntare l’attenzione non sulla divisione epocale e spocchiosa tra donne madri e per bene e donne immorali, bensì sulla necessità del rispetto e del riconoscimento della donna in quanto individuo. Un individuo che non ha riconoscimento sociale non esiste; non sente di essere parte attiva e fondamentale di un sistema, anche se la costituzione ne afferma i diritti fondamentali. A questo si associa una riflessione dovuta sul nostro sistema educativo e sul ruolo della donna, che si riflette nella famiglia, nella scuola e nel lavoro. Un sistema centrato sull’uomo e sull’eterna contrapposizione tra i sessi, nella quale la donna è “naturalmente” il soggetto inferiore. E allora non basta ricordare che la donna e l’uomo hanno pari dignità e pari diritti, occorre agire sul disincanto delle donne di oggi, consapevoli di non essere padrone del loro destino e delle loro rivendicazioni, poiché esse sembrano essere solo articoli splendidamente confezionati e impressi nelle pagine della Costituzione.
Le donne che scendono in piazza in questo tempo, per dire che ne hanno abbastanza, hanno il diritto di pretendere una società diversa e hanno la forza per ottenerla.
LGS
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