25.4.11

Un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni un vincitore.


Tra il silenzio assordante di una politica lontana anni luce e l'indifferenza del giornalismo che largo spazio hanno dato ai militari caduti nelle tante guerre, con dirette televisive, gran titoli, omaggi e indignazioni, ieri l'ultimo saluto ad un vincitore: Vittorio Arrigoni.

In segno di polemica con le istituzioni, che hanno ignorato non solo Vittorio in quanto persona, il suo sacrificio, ma colpevolmente la sua lotta per i diritti umani, ieri il vice sindaco di Bulciano ha parlato alle celebrazioni togliendosi la fascia tricolore. Una battaglia scomoda quella di Vittorio, che non lasciava spazio a interpretazioni, che rendeva limpida l'assurdità di una condizione, quella dei palestinesi, di assedio continuo e di costante violazione dei diritti umani da parte del governo di Israele. L'assenza totale e irrispettosa delle cariche politiche è inaccettabile.

Vittorio era un pacifista che aveva scelto di raccontare Gaza durante "piombo fuso", che aveva scelto di stare tutti i giorni accanto ai palestinesi, mentre rischiano la vita per andare a coltivare le LORO terre, o a pescare nelle LORO acque. Vittorio aveva scelto di dare voce alla Palestina che troppo spesso viene soffocata, taciuta, dipinta ad arte per restituirci ciò che fa comodo alla politica, all'economia e calpesta la storia. Giornalista freelance e blogger attivo, con Manifestolibri aveva pubblicato un libro sulla sua esperienza nella Striscia intitolato “Gaza Restiamo Umani”, già tradotto in 4 lingue. Nell’ultimo periodo stava aiutando a organizzare la partenza di un’ imbarcazione dall’Italia con aiuti per i palestinesi di Gaza: una ‘Freedom Flotilla’ italiana per rompere l’embargo israeliano”.

A salutare Vittorio c'era però tutto il mondo che la pace la sperimenta veramente, con azioni quotidiane e che si adopera costantemente per costruire ponti e non muri, tendere mani e non fucili, spianare strade e non case, coltivare verità e non ingiustizia. Tutta questa gente era presente e ha fatto sentire la sua voce, una voce decisa, piena, consapevole e non soffocabile. Queste voci si sono unite a quelle dei palestinesi che hanno tanto amato Vittorio e che con lui hanno dato vita a una resistenza non violenta strenue e incessante a Gaza, da dove RESTARE UMANI è davvero difficile quando tutti i diritti fondamentali sono lesi, negati, taciuti colpevolmente anche e soprattutto dall'Occidente che conta.

Questa grande assenza sarà dura da colmare e certamente non sarà facile da comprendere, ma non sarà una ragione per abbandonare la Palestina nella sua lotta per la giustizia, una giustizia che è l'unica condizione per la pace.

Il laboratorio, che era in contatto con Vittorio da qualche tempo, e che ha visto da vicino i territori palestinesi occupati, si unisce al dolore dei familiari ed esprime solidarietà e vicinanza a quanti operano per i diritti umani, mettendo a servizio la propria vita.

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