È stato l’inizio di un cambiamento e di una grande spinta per far riguadagnare centralità alle donne e misurare la loro incidenza sul tessuto sociale e culturale del nostro paese. L’autrice racconta qui la genesi del documentario, le reazioni che ha suscitato, l’interesse inaspettato da parte delle giovani generazioni, la necessità di uscire dagli stereotipi per giungere a una nuova definizione del femminile. Inoltre, mette a fuoco nuovi strumenti di lettura dell’immagine televisiva e dei messaggi che questa veicola.
Messaggi che hanno due principali temi: la donna come oggetto sessuale e, di contro, la donna che sente un constante senso di inadeguatezza di fronte alle altre donne “disumanizzate” da una perfezione fisica artificiosa e alienante.
Nella televisione, ci dice
La donna reale da sempre sembra perseguitata da un senso di colpa che in questo tipo di società sembra essersi affinato, diventando più subdolo e pericoloso. Infatti ci vergogniamo di mostrare la nostra faccia, per questo la mascheriamo, intervenendo su di essa anche in modo violento e autolesionista, come può esserlo un intervento di chirurgia estetica.
Mostrare con orgoglio la nostra faccia significherebbe vivere con dignità e rispetto la nostra vita, che è nostra, come lo sono i nostri desideri e le nostre volontà.
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