Inserito nel contesto francese dell'epoca, di cui si alimenta, il libro non può essere letto senza un breve richiamo alla società cui si riferisce; in un periodo politico di sostegno alla famiglia e alla maternità senza precedenti, teso a risollevare una natalità in preoccupante calo. Calo al seguito del quale si registrò un boom di nascite che riportò chiaramente in voga la figura di donna madre confinata alla sfera familiare.
La donna viene analizzata dall'autrice da diversi punti di vista, prendendo a riferimento gli elementi biologici, psicologici e psicoanalitici e quelli del materialismo storico, descrivendo i ruoli che essa occupa e i comportamenti che la riguardano: la donna sposa, madre, prostituta, lesbica, narcisista, innamorata, mistica. Si parla della condizione di inferiorità della donna e delle motivazioni che da sempre la rendono subordinata, restituendo una lettura complessa, dura e affascinante e accarezzando l'idea di un mondo dove la libertà passa anche per l'uguaglianza tra i sessi. La stessa autrice, criticata fortemente e a lungo, spiega le motivazioni della sua opera in questo modo: “Poiché io stessa non avevo mai subito discriminazioni da parte degli uomini, mi rifiutavo di credere che esistessero discriminazioni per le altre donne. Questa convinzione errata è entrata in crisi a New York. Lì ho fatto esperienza di come donne intelligenti venissero ridicolizzate e sorpassate se osavano partecipare a discussioni fra maschi. Davvero, le donne americane di allora avevano un ruolo molto subordinato. Gli uomini le usavano per il sesso, per i bambini e per le pulizie della casa, e le donne stesse, in fondo, non desideravano altro”.
Pilastro della discussione sulla condizione femminile, "Il Secondo Sesso" è allo stesso tempo una chiara critica alla società dominante, e una analisi e una denuncia puntali sulla differenza di genere prodotta dalla società stessa e dalla storia.
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