Il Manifesto degli occupanti del Teatro Valle di Roma, uno dei simboli della cultura nel nostro Paese. Siamo con voi.
"Il ruolo dell'artista è rendere la rivoluzione contagiosa e irresistibile"
Il 14 giugno 2011 è stato occupato il Teatro Valle di Roma.
Gli occupanti del Teatro Valle di Roma sono le Lavoratrici e i Lavoratori dello Spettacolo, cinema/teatro/danza, artisti/tecnici/operatori, stabili, precari e intermittenti che da dicembre portano avanti lotte in modo diretto ed autorganizzato contro i ripetuti attacchi al mondo dell’arte e del sapere, contro i tagli alla cultura e per i nostri diritti!
Lavori in corso al Teatro Valle Occupato: gli occupanti non vogliono decidere della gestione del Teatro Valle di Roma ma stanno elaborando proposte su come immaginano nuovi sistemi di gestione del teatro pubblico e in generale ripensare dal basso nuovi modelli di politiche culturali in Italia, perchè i referenti politici di destra e di sinistra hanno perso ogni tipo di legittimità come interlocutori.
Quello da cui si vuole partire è proprio il senso di disagio crescente e diffuso di chi lavora e vive dentro il teatro – in particolare la percezione di una generazione di giovani artisti e lavoratori di essere esclusi dai luoghi e dalle dinamiche in cui si decide e si progetta la politica culturale, la percezione di una generazione di pagare in termini di sopravvivenza la necessità artistica, etica e civile del proprio lavoro.
TEATRO VALLE OCCUPATO PERCHE’
* Perché il Teatro Valle, luogo di importanza storica per la città di Roma e per tutto il Paese, sta rischiando, a seguito della soppressione dell’Ente Teatrale Italiano deciso dall’ultima finanziaria, di venire affidato a privati che ne tradiscano l’identità di spazio dedicato alla scena contemporanea con respiro internazionale.
* Perché l’assessore Gasperini ci ha voluto rassicurare rispondendo che il teatro Valle passerà transitoriamente alla gestione di Roma Capitale in attesa di un bando pubblico. Questa risposta per noi non è sufficiente: non è stato presentato nessun progetto artistico, né ci risultano garanzie sulla copertura economica. Vorremmo inoltre conoscere i criteri di selezione del bando e i principi etici che lo ispirano.
* Perché il Teatro Valle è emblematico dello stato dell’arte in Italia. È l’ennesimo bene pubblico dismesso senza un progetto trasparente e partecipato e gestito secondo logiche privatistiche.
* Perché la questione del Valle non è l’unico motivo per cui siamo qui. Il sistema culturale italiano è in uno stato di continua emergenza, gravato dai continui tagli non solo alla cultura, ma alla scuola, all’università e alla ricerca e dall’assenza di un progetto politico che miri ad impegnarsi nell’attuazione di riforme che portino a soluzioni efficaci e definitive.
* Teatri, cinema, musei, produzioni rischiano ogni giorno la chiusura. Il pensiero libero e indipendente è a rischio e quindi sono a rischio le fondamenta di una società che possa dirsi civile.
* Perché le lavoratrici e i lavoratori del mondo dello spettacolo e dell’arte non hanno garanzie sui propri diritti. Non esiste alcun sistema di welfare che tuteli i tempi di non lavoro, i tempi della ricerca, della creazione, della formazione permanente. I tempi della lentezza e dell’errore.
* Perché il nostro lavoro creativo ed immateriale produce ricchezza materiale e questa ricchezza non viene redistribuita né in termini di finanziamento né in termini di reddito. Ed è il diritto al reddito garantito che ci salva dal ricatto e tutela l’autonomia artistica e intellettuale.
* Perché come artisti, operatori della cultura, maestranze, lavoratori e lavoratrici dello spettacolo e della cultura auto-organizzati non ci sentiamo più rappresentati da nessuno. Vogliamo essere protagonisti del nostro presente e costruire il futuro che desideriamo.
* Perché la filosofia del male minore non ci basta più. Invochiamo una rivolta culturale, …e che sia contagiosa
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