22.7.11

Gli studenti entrano in Rettorato per protestare contro il caro-tasse.

L'aumento delle tasse, la riduzione dei servizi e delle borse di studio all'Università sono lo specchio di un Paese che fa una Manovra Finanziaria che non toglie nulla ai più ricchi, non combatte la speculazione finanziaria e invece riduce gli investimenti nel sociale, i fondi per gli enti locali e aumenta la tassazione generale sulle fasce medie.
Sicuramente non è con le parole o i comunicati che si può far emergere un conflitto sociale sempre più radicale; va denunciato l'esproprio dei diritti del lavoro e del sapere che si sta compiendo con la scusa della crisi, va rilanciata un'idea nuova di società che parli alle comunità, che garantisca tutte e tutti, che faccia della cogestione delle risorse il proprio elemento nuovo. E che abbia nella democrazia diffusa e costante un elemento inedito per la storia del nostro Paese.
Siamo certi che da settembre ripartirà un percorso di mobilitazione atto a denunciare tutto ciò ed a mettere in campo una nuova proposta di trasformazione radicale della società che veda le nuove generazioni protagoniste della riscrittura delle regole di democrazia, diritti sul lavoro, eguaglianza, giustizia sociale, libertà.
Il Laboratorio Giovanile Sociale, come l'anno scorso, sarà assieme al Movimento degli Studenti ed a tutte le realtà che sostengono le lotte de* student*, de* lavoratori/trici, dei precari e dei disoccupati.

Di Beatrice Cammertoni - Cronache Maceratesi 22/07/2011

Niente soldi, niente futuro”: recita così striscione appeso fuori dalla sede del Senato Accademico, in Piaggia della Torre da questa mattina. La mobilitazione del Movimento Studenti non si è fermata alla campagna di subvertising: dopo aver riveduto e corretto i cartelloni pubblicitari dell’Unimc con gli slogan della protesta contro l’aumento delle tasse, oggi un gruppo di almeno trenta manifestanti è entrato nella di Piaggia della Torre, dove si trovano non solo il Rettorato e i relativi uffici ma anche i locali delle sedute del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione. Proprio quest’ultima assemblea si sarebbe dovuta svolgere stamattina, ma Lacchè e altri partecipanti hanno trovato all’ingresso dell’edificio il gruppo di occupanti che chiedeva chiarimenti e spiegazioni. Già in settimana il Senato Accademico si è espresso in favore della manovra, che prevede un aumento sulle rette degli studenti che va dai 35 euro per le fasce di contribuzione più basse ai 325 per quelle più alte nonché l’introduzione di una mora che va dal 10 al 20% per i fuoricorso.
Oggi la discussione, quanto mai accesa, si sarebbe dovuta spostare al Consiglio di Amministrazione nella prima mattinata, ma il Rettore Lacchè, ha trovato ad attenderlo il gruppo di manifestanti, che dopo aver chiesto chiarimenti e spiegazioni hanno impedito a lui e agli membri dell’assemblea di entrare. “Abbiamo chiesto ad un rettore alquanto irritato dalla nostra presenza, di non aumentare le tasse o perlomeno di rinviare il consiglio all’inizio dell’anno accademico, garantendo una maggiore trasparenza e permettendo la partecipazione di tutti gli studenti, spiegando pubblicamente le ragioni di questa grave decisione. Ragioni che non è neanche riuscito a spiegare ai presenti, ai quali ha solo intimato di andarsene, sottraendosi con arroganza al confronto: tutti i membri del consiglio hanno preferito defilarsi, abbandonando l’anticamera della sala consiliare. E’ inaccettabile che in questo periodo di crisi si continui a far pagare a studenti e precari le conseguenze di una politica di tagli e diminuzione dell’offerta formativa.”
L’occupazione di questa mattina trova le sue motivazioni tanto in ragioni di merito quanto di metodo. Daniele Ciaffaroni e Francesco Interlenghi parlano di aumento inaccettabile e di mancata trasparenza nel discutere della questione nel mese di Luglio, quando mancano i grandi numeri per quel che riguarda la presenza degli studenti e quando, ormai avviata la fase delle iscrizioni non è ancora stato chiarito l’importo effettivo delle tasse da pagare. La manovra è motivata dagli alti vertici dell’Ateneo come indispensabile in seguito ai tagli del governo e giustificata con un miglioramento dell’offerta formativa e del numero dei docenti, argomentazione non accettata dagli studenti che al contrario denunciano cancellazione di corsi e una realtà di fatto lontana da queste previsioni.
“Se è vero che la proposta è così valida” sostengono gli studenti, “per correttezza e trasparenza dell’intero percorso se ne parli a Settembre, così da poter rendere partecipe tutti coloro che pagheranno le tasse. Siamo qui in trenta, in pieno Luglio e questo è già un risultato importante.” Il Consiglio di oggi deve discutere anche dei criteri per le borse di studio, questione quanto mai calda, specialmente in previsione di un  aumento di tasse. “I tagli della Gelmini e di Tremonti impongono ai piccoli atenei come quello di Macerata delle scelte coraggiose e di responsabilità se si vuole evitare che ricadano sugli studenti. Ci stiamo muovendo come gruppo autonomo, ma seguiamo e speriamo nei rappresentanti degli studenti nei vari consiglio, ma anche se ancora non abbiamo visto i verbali della riunione del Senato sappiamo che Obiettivo Studenti ha votato a favore.”
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Officina Universitaria sceglie invece il Casb, il centro bibliotecario d’ateneo, per una conferenza stampa sui temi caldi che caratterizzano queste giornate di mobilitazione studentesca. Il senatore accademico Marco Monaldi, il consigliere Andrea Tonnarelli, Mattia Benfatto e Roberto Nappi hanno incontrato i giornalisti mentre il Consiglio d’Amministrazione era ormai in corso e in attesa di notizie dal rappresentante Gentjan Preci. “Non c’è stata una consultazione preventiva ed è stato scelto un periodo in cui gli studenti sono tornati a casa e non possono reagire.” Esordisce così Andrea Tonnarelli, membro per Officina del Consiglio degli Studenti, organo chiamato ad esprimere pareri non vincolanti sulle decisioni poi eventualmente approvate o rimandate dal Senato e dal Consiglio d’Amministrazione e che solo giovedì scorso è venuto a conoscenza del piano oggi in fase di discussione. “Una proposta inattesa, non annunciata e sulla quale non siamo stati chiamati in causa come rappresentanti. E’ mancato tutto l’iter che avrebbe previsto una nostra partecipazione. La necessità di aumentare le tasse ci è stata motivata con l’obiettivo di puntare sul merito e con il fatto che l’Unimc, una delle università meno costose d’Italia faceva troppa fatica nel mantenere quello standard di servizi a quella contribuzione. Questo ci mette di fronte alla consapevolezza che non ci saranno miglioramenti con l’aumento ma anzi verrà mantenuto il livello attuale.” Puntare sul merito: l’accesso a borse di studio ottenute per i risultati nello svolgimento di esami e corsi sarà più difficile: “Crescono i crediti e la media dei voti necessari, per non parlare del fatto che studenti che hanno fatto le loro considerazioni nel corso dell’anno accademico per rientrare nelle borse oggi si trovano a dover confrontarsi con requisiti diversi.”
Nel corso delle ultime giornate Officina ha raggiunto un proprio risultato, ottenendo la revisione delle fasce contributive (ne sono state aggiunte due) e quindi aumentando la progressività delle tasse pagate a mano a mano che si sale nel livello dell’ISEE. L’assetto definitivo è in corso di discussione in Consiglio d’Amministrazione ma anche per quel che riguarda questa questione il modus operandi dei vertici d’Ateneo suscita critiche: “Se ci avessero ascoltato il precedenza o se avessimo avuto più spazio in questo contesto avremmo potuto pensare e realizzare un sistema ancora più efficente e progressivo” dice Marco Monaldi, reduce da una seduta del Senato Accademico in cui la proposta è passata con i soli voti contrari del rappresentante di Officina e dell’ex Rettore Febbrajo. “Torno a contestare il metodo con il quale la proposta è stata posta e poi discussa. C’è stata presentata una situazione di grossa difficoltà economica facendo leva sulla necessità di condividere il problema e agire sul bilancio con dei tagli. A sedute precedenti si era parlato di un bilancio di 4 milioni di euro tra attivi e passivi e di aumentare i primi vendendo degli immobili dell’università che però non hanno trovato acquirenti. Per questo si ricorre ad un rincaro delle tasse.” I fuoricorso saranno tra i più colpiti. La mora, da irrisoria, diventerà molto più sostanziosa: “Andiamo a colpire gli studenti lavoratori che spesso sacrificano gli studi proprio per coprire rette e spese” ha aggiunto Monaldi. Prossimi passi: “A settembre riprenderemo la mobilitazione, ora non ci sono studenti e le principali sedute dell’iter sono già avvenute.
Ma quando l’università comincerà a ripopolarsi torneremo a ripresentare le nostre richieste, siamo pronti anche a coordinarci con altre forze e movimenti. Di Obiettivo Studenti non comprendiamo come mai da un’iniziale vicinanza con le nostre idee si sia passati ad un voto responsabile, così come definito dal loro senatore, in favore della proposta. Per quanto riguarda gli altri gruppi anche extra-istituzionali, siamo pronti a iniziare a collaborare da settembre se ci sarà una condivisione di obiettivi. Noi vogliamo essere un riferimento sia come gruppo negli organi di governo dell’Ateneo ma anche un gruppo per la mobilitazione delle piazze.” Da qui all’autunno si aprirà anche la stagione delle nuove iscrizioni: “Macerata era forse attrattiva per le tasse abbordabili e tra le più basse di Italia. Future matricole che hanno partecipato alla giornata d’orientamento troveranno una situazione diversa. Per non parlare del fatto che i già iscritti rischiano di venirne a conoscenza solo all’arrivo del prossimo bollettino”. La proposta avrà degli effetti collaterali anche per ciò che riguarda l’Ersu e la tutela del diritto allo studio, come mette in evidenza Roberto Nappi, coordinatore di Officina. “A livello nazionale sono state tagliate le borse di studio fino al 30% e ciò coinvolge anche gli Atenei marchigiani. Ad un aumento delle tasse con servizi equivalenti corrisponderà anche una riduzione delle tutele che discendono dal diritto sancito dalla Costituzione”.

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