14.7.11

“Indignatevi!”

Proponiamo di seguito il secondo articolo del Picchio, giornale della Rete degli Studenti cui prendono parte divers@ ragazz@ del Laboratorio.


Una parola forte ed incisiva. Una supplica, rivolta alle generazioni future e a quelle del presente, perché non si lascino mai schiacciare da tutti quei mali che diventano poi le piaghe dei Paesi. Un ordine che, col passare degli anni, con la levigazione dei principi fondamentali della vita di ogni uomo e di ogni Stato, diventa sempre più di difficile applicazione. 
E’ questo il problema della società odierna, sempre più volta ad accontentarsi di quelle tante cose – senza valore – che si hanno, e a lasciar andare ciò che conta veramente, tutto ciò che si è conquistato con la fatica, il dolore, i sacrifici, e soprattutto con il sangue versato dai coraggiosi.
Un processo che, più che a portare alla civilizzazione della nostra società – la società delle persone che si accontentano del nulla, che credono di aver in pugno il mondo quando in realtà l’unico pugno che gli rimane è quello fatto di mosche – ha portato al processo contrario.
Un po’ come diceva Rousseau, ovvero che l’unico vero processo era quello di degenerazione, che noi abbiamo chiamato e chiamiamo tutt’ora civilizzazione per il semplice fatto che abbiamo perfezionato gli strumenti.
Se allo “stato naturale” l’uomo primitivo si ribellava per istinto al sopruso, ora l’uomo tende a far prevalere la vigliacca regola del “non vedo, non sento, non parlo”. La regola degli indifferenti, largamente diffusa in Italia in questo particolare momento.
E’ anche molto consigliata, perché “loro stanno al potere e hanno il coltello dalla parte del manico, e quindi ti conviene ingoiare il boccone amaro e tacere se non vuoi rimanerne schiacciato”.
Pensandola in questa maniera si impara a soffocare questo nostro istinto naturale che è l’indignazione, perché se i primitivi non si fossero indignati non si sarebbero difesi, e la stessa cosa vale per quei 300 valorosi spartani che morirono per difendere la loro patria dall’attacco persiano, vale per quelle migliaia di persone che il 4 luglio del 1789 assaltarono la Bastiglia e liberarono gli oppositori politici. Vale per tutte le migliaia di volte che qualcuno ha spezzato questa catena ed è andato un po’ più oltre di questa assurda regola silenziosa, scritta da nessuna parte ma che viene tramandata da secoli. E si può spezzare questa circolo vizioso non per anticonformismo, non per ribellione o per una qualsiasi altra etichetta che vi siate stampati addosso: basta avere un po’ di amor proprio e per tutto ciò che ci riguarda e ci circonda.
Indignatevi perché chi si indegna è una persona che vive, che lotta, che si rimbocca le maniche e va avanti.
Indignatevi!


Ludovica Picciola - Rete degli Studenti Medi e LGS Macerata


L'articolo precedente:
 http://lgsmacerata.blogspot.com/2011/06/le-vere-bombe-sono-le-idee-alexandros.html

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