31.8.11

Verso lo sciopero: si va in piazza e ci si resta

Sono mesi che come LGS monitoriamo la situazione dei conflitti sociali nella nostra città, li stimoliamo là dove serve (vedi scuole superiori), lì sosteniamo (leggi Diritto allo studio, al lavoro e al reddito), li trasformiamo in vittorie (Referendum) e nel complesso li analizziamo con momenti di autoformazione.
Quanto sta avvenendo in Italia è nel mondo sta sconvolgendo il quadro esistente e comportando misure drastiche che mirino a salvare il capitalismo dalla crisi riducendo i diritti collettivi.
La Manovra del Governo Berlusconi, la terza in otto mesi, rappresenta un colpo fortissimo e forse mortale per il nostro Paese: di un'iniquità impressionante, allunga le pensioni e taglia i sussidi statali, non tocca le grandi ricchezze e non combatte in maniera drastica l'evasione. Insomma, niente si muove nella direzione di un cambio di sistema, che semmai peggiora e ulteriormente punta ad accumulare sul lavoro e i diritti delle donne e degli uomini.
Come LGS SOSTENIAMO LO SCIOPERO INDETTO DALLA CGIL PER IL 6 SETTEMBRE PARTECIPANDO ALLA MANIFESTAZIONE, invitiamo alla mobilitazione le classi sociali colpite dalla manovra, e ribadiamo che la CGIL DEVE SCENDERE E RIMANERE IN PIAZZA per essere, con noi ed i movimenti sociali, protagonista del cambiamento.

Riportiamo un articolo di Giorgio Cremaschi, FIOM-CGIL.


Sommano già a ben 131 miliardi di euro gli interventi complessivi, 2010-2014 decisi dal governo. E per qualcuno i mercati non sarebbero ancora contenti di questo massacro senza precedenti. In realtà, con gli ultimi provvedimenti e modifiche, il governo ha ulteriormente aggravato l’impatto antisociale della manovra. Viene salvata dal contributo di solidarietà la casta dei supermanager e dei direttori dei grandi giornali, che può festeggiare. In compenso vengono sostanzialmente cancellate le pensioni di anzianità, con una vera e propria truffa a danni dei lavoratori che hanno fatto il servizio militare o che hanno pagato di tasca loro i contributi per l’università. E con un disastro occupazionale che si preannuncia perché ci saranno centinaia di migliaia di persone costrette a rimanere al lavoro, con altrettante persone che non troveranno posto.
Inoltre, migliaia di lavoratori e lavoratrici posti in mobilità rischiano di non arrivare più alla pensione. Nello stesso tempo la manovra sui contratti distrugge il contratto nazionale, aumenta gli orari di lavoro per chi ha un posto, incrementa la precarietà e i licenziamenti selvaggi. Anche per questo la Cgil deve immediatamente ritirare la firma dall’accordo del 28 giugno, trasformato dal governo in decreto liberticida.
Tutto il costo della manovra è, alla fine, a carico del lavoro dipendente, dei pensionati e dei più poveri. I ricchi non pagano, niente, per l’evasione fiscale si fanno chiacchiere. Questa è una brutale manovra di classe, fatta da un governo squalificato, che si aggancia all’Europa solo per giustificare la propria esistenza.
Lo sciopero generale a questo punto è ancora più giustificato, ma deve dare il via a un movimento che punti a rovesciare il governo e la manovra. Dobbiamo fermarli. Dobbiamo fermare il disastro provocato da Berlusconi, ma dobbiamo anche dire basta al governo unico delle banche europeo che sta portando l’Europa a una recessione drammatica, per difendere la speculazione e la finanza. Basta con Berlusconi, basta con la Bce e l’Europa delle banche. Su questo si scende in piazza e ci si resta.
Giorgio Cremaschi

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