Le emozioni di una manifestazione
Macerata, 8 Ottobre 2010. Piazza della Vittoria.
Ore 8:15. La piazza è ancora deserta, arrivo, mi guardo un po' intorno, uno schieramento imponente di forze dell'ordine, ma nessun ragazzo in vista. Sale la preoccupazione e se davvero tutto il lavoro fatto si risolvesse in un nulla di fatto? Comunque era un tentativo da fare, ne è valsa comunque la pena... Passeggio un po' nei dintorni, pensieroso e un po' preoccupato.
Ore 8:25. Arriva il primo gruppetto di persone: una decina di ragazze che si appostano sotto il monumento e subito dopo arrivano Valentina e Stefano, che hanno fatto tantissimo per questa manifestazione. Ci si scambiano le prime impressioni, i dubbi salgono, comincia a sembrare lontano e difficile il primo traguardo che si era stabilito, quella cifra 100 ragazzi alla manifestazione che avrebbe segnato lo spartiacque tra un flop clamoroso e un piccolo risultato per cui un po' di soddisfazione l'avremmo avuta.
Intanto le voci si susseguono, sembra che al Terminal ci siano in attesa altri 200-300 ragazzi, ma la voce poi è leggermente rivista dalla considerazione che magari sono solo ragazzi che sciopereranno ma non parteciperanno alla manifestazione. Già se 200 venissero, sarebbe un successone!
Passano i minuti e ancora silenzio, il cuore batte più forte, l'attesa comincia a farsi sentire, ma poi...
Ore 8:40. Si sente avvicinare un brusio, un parlare ad alta voce, dei fischi che piano si fanno sempre più forti, il cuore rallenta, tutti si è in trepidante attesa, fino alla vista del manifesto che apre la sfilata, “Loro distruggono la scuola, noi la ricostruiamo”, gli occhi mi si illuminano, “proprio uno striscione bello!”. I ragazzi in arrivo non finiscono mai, saranno almeno 100, no, arrivano ancora, perlomeno 200, non finiscono... 300? No, no, almeno 400... Tantissimi ragazzi un corteo festante che si avvicina, non mi pare vero, guardo gli altri la soddisfazione e l'entusiasmo si fa strada tra noi.
Al momento stabilire una cifra precisa non ci interessa, quello che conta è vedere tanti giovani, che hanno dimostrato che non vogliono farsi mettere i piedi in testa da nessuno!
I ragazzi si distribuiscono sulle scale vicino al monumento, si srotolano gli striscioni, i vari cartelli vengono mostrati (notevole quello con lo slogan “Another brick in the wall”, complimenti vivissimi agli autori!). Stefano Casulli apre gli interventi, un breve discorso spesso interrotto dagli applausi dei ragazzi, e ricorda che questo è e sarà un corteo pacifico e che si confida nella loro maturità, nonostante le accuse che possano venire dal governo o dalla Gelmini.
Ore 9:00. Il corteo si muove ci si incammina per Corso Cavour, come dalle premesse il corteo è pacifico, ordinato: un'invasione di campo festante e amorevole! Dalle finestre molti curiosi, ci osservano, continua la sfilata tra canti, cori, applausi, fischi e musica. Per non pochi era la prima manifestazione, il sentimento imperante è di soddisfazione e felicità per qualcosa nato dal nulla.
Ogni tanto qualche pausa, per permettere qualche parola di riflessione, si lanciano cori, a favore della scuola pubblica, contro una riforma cieca e che mette in pericolo il futuro dei giovani.
Si passano i cancelli e si entra tra le vie del centro direzione piazza Cesare Battisti, l'adrenalina a mille e alla fine si arriva sotto la sede distaccata dello Scientifico, tutti seduti a terra, dalle finestre si affacciano degli studenti, credo che vedendo noi manifestanti un po' di invidia e di voglia di stare in mezzo a noi invece che chiusi in classe serpeggi tra loro...
Ore 10:00. Il corteo fa l'ingresso in piazza Cesare Battisti, fisiologicamente qualche persona si è dispersa lungo il percorso, ma tanti ragazzi hanno voluto continuare la protesta e la festa. E' il momento degli interventi, apre le danze ancora Stefano, poi ci sono gli interventi di ragazzi di Officina Universitaria e finalmente lo spazio ai ragazzi delle scuole: moltissimi vogliono parlare, ognuno porta “in piazza” le proprie sensazioni, quello che sente sulla propria pelle, cosa significa questa riforma dal loro punto di vista. Classi di oltre 30 studenti, laboratori cancellati, rischio bocciatura con un'insufficienza senza possibilità di recuperare visto che per la mancanza di soldi non ci sono quasi da nessuna parte corsi di recupero (alcuni meritori professori hanno tenuto i corsi gratuitamente, ma ovviamente la scuola non può reggersi solo su professori così professionali!), scuole fatiscenti e fuori norma, mancanza di infermerie (che invece dovrebbero essere presenti per legge), mancanza di spazi per i ragazzi, problemi per le assemblee di istituto, mancanza di carta igienica e fotocopie a pagamento, eccetera eccetera. Non mi voglio dilungare su queste questioni nonostante siano ovviamente fondamentali, mi interessava scrivere un articolo solo per curare la parte emotiva della manifestazione di oggi, sono sicuro che ci saranno altri che parleranno di contenuti e lo faranno molto meglio di come posso farlo io.
La Questura stima una presenza di ben oltre i 500 ragazzi, la nostra stima di 600 presenti, sembra quindi quasi riduttiva, se me l'avessero detto ieri non ci avrei creduto. Speravo, ed ero molto ottimista, sulla presenza di 300 manifestanti, non avrei mai pensato si riuscisse a superare addirittura i 500. Consideriamo anche che la popolazione scolastica è di circa 5000 studenti, quindi a parer mio siamo di fronte ad un risultato eccezionale.
Ore 11:30. Molti coraggiosi e volenterosi ancora resistono e affollano la piazza; è ora della conferenza stampa, si decide di essere innovativi, di evitare la classica conferenza stampa all'interno di un bar tra quattro persone, ma che sia pubblica e all'aperto. Ci si sposta sotto il loggiato, si preparano le sedie per i manifestanti che interverranno e le sedie per i giornalisti. Iniziano a parlare, vari interventi, parla ancora Stefano a nome del Laboratorio Giovanile Sociale, poi interventi di Officina Universitaria e SPAM, dei rappresentanti dello scientifico, dell'I.T.C., di Ragioneria, dell'ITAS e dell'Istituto d'Arte, e di “semplici” (ma a maggior ragione apprezzatissimi interventi) studenti in particolare del Classico e dell'Istituto Professionale Pannaggi. Buoni interventi da parte di tutti, ci tenevo però sottolineare l'intervento di Alessia Cartechini, che nonostante l'emozione di parlare davanti a dei giornalisti, ci ha regalato un contributo di spessore, molto lucido e preciso. Questo senza nulla togliere a tutti gli altri che oggi hanno parlato e che vanno ringraziati per il coraggio e per l'apporto più che positivo.
Ore 12:00. La manifestazione è praticamente giunta al termine, alcuni capannelli di ragazzi, ancora rimangono a chiacchierare, anche questo è un momento molto bello, il contatto con loro, gli studenti dell'oggi e il nostro futuro, il veder che puntare su di loro è stato molto producente. Mediamente ho 10 anni di più dei ragazzi con i quali sto chiacchierando e sentire che da parte loro c'è maturità, c'è voglia di cambiare le cose e di intraprendere quel cammino che con oggi non segna la fine ma solo l'inizio, quindi anche questa una poderosa risposta alle accuse di saper dire solo “no”, infatti si continuerà a lavorare insieme, tra le varie realtà cittadine (e non solo, che emozione conoscere ragazzi venuti a manifestare a Macerata, da Servigliano, da scuole di San Ginesio, Tolentino e Recanati!). Beh se questo è il nostro futuro, ci sono buone premesse, anzi ottime, sta anche a noi lavoratori, cittadini, universitari, aderenti ad associazioni, fare in modo che loro abbiano gli strumenti per far valere i loro diritti, per far sentire la loro voce e soprattutto per far fruttare il loro potenziale.
Aperitivo, si continua a scambiarci opinioni e ci si avvia verso casa.
L'adrenalina piano piano scema e comincia a farsi viva la stanchezza, siamo esausti, sono senza voce per quanto ho urlato, ma la felicità e la soddisfazione per quanto visto sono i sentimenti predominanti.
Volevo chiudere con la cosa più importante: i ringraziamenti.
In primis ai rappresentanti dello scientifico Caterina Recchi, Alessia Cartechini, Jacopo Cipriani e Dario Francesco Pinna, dalla loro telefonata è nata l'idea e mi piace ancora ricordare come l'incontro con loro sia avvenuto sulle scale dello scientifico.
Ringrazio specialmente perché sono stati i ragazzi a darci la forza e il coraggio di fare questa manifestazione, noi all'inizio eravamo scettici, una manifestazione, a Macerata (!), il rischio di flop e di avere una cinquantina di persone era troppo alto, ma loro hanno insistito, ci hanno creduto fino in fondo si sono dati da fare, per diffondere la voce e per lavorare perché oggi tutto andasse per il meglio e che oggi possiamo parlare di grande successo.
Poi tutti i ragazzi che sono venuti all'assemblea generale alla facoltà di Lettere e Filosofia, dove si è discusso di riforma e dove si sono visti tanti ragazzi che fuori dall'orario scolastico hanno portato il loro contributo, sempre per sottolineare la loro voglia di informazione e di far sentire la propria voce alla faccia di chi dice che i ragazzi scioperano solo per non andare a scuola!
Infine e direi ringraziamento fondamentale a tutti i ragazzi che sono scesi in piazza, che hanno manifestato, cantato, gridato e che si sono comportati in maniera civile ed impeccabile.
E l'abbraccio con Stefano e Valentina a fine manifestazione, scalda il cuore.
Daniele Benedetti – Laboratorio Giovanile Sociale Macerata
Bellissimo, grazie Daniele...
RispondiEliminaStefano