5.8.10

Caliendo, spettacolo avvilente alla Camera.

Chi ha seguito il dibattito parlamentare sulla mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, probabilmente e' stato afferrato da un sentimento di sgomento per aver assistito a uno spettacolo avvilente e a un qualcosa di inquietante. Lo spettacolo avvilente e' stato vedere parte della Camera, segnatamente il PdL, trasformarsi in una torcida che all'entrata di Silvio Berlusconi intona un coro da stadio, con Berlusconi che saluta compiaciuto. Sono poi seguiti altri cori da stadio della Lega per Umberto Bossi. Una gazzarra indecente, che la dice lunga sulla cultura e la sensibilita' istituzionale che li anima.
Il qualcosa di inquietante e' ascoltare il ministro della Giustizia Angelino Alfano che non solo rinnova la sua fiducia al sottosegretario Caliendo e ai componenti della "cricca" del suo ministero, coinvolta nell'inchiesta sulla cosiddetta P3; ma che emette una sentenza di assoluzione, stabilisce che l'inchiesta e' infondata, che e' tutto una bubbola orchestrata da certi magistrati e dalla sinistra. Una cosa mai vista, e inimmaginabile in un qualunque altro paese. A questo punto, se ci fosse un po' di decenza, e' il ministro Alfano che dovrebbe essere dimesso: per quello che ha detto, per quello che non ha fatto, non ha saputo fare (e la situazione esplosiva delle carceri italiane ben documenta l'impotenza e l'incapacita' di governare le cose del ministro della giustizia, incapace perfino di difendere il suo ddl.
E a proposito di non fare e non saper fare. Uno dei vanti del Governo e' che mai come in questi mesi si registra un impegno contro la criminalita' organizzata; e certamente l'impegno di polizia, carabinieri, guardia di finanza e tutti coloro che contrastano il crimine, e' fuori discussione. Se sia merito del Governo non saprei dire; certo dovrebbe far pensare che nessun componente del governo si sia dissociato e abbia condannato le affermazioni di Marcello Dell'Utri, quando ha definito il mafioso Alberto Mangano un eroe. E dovrebbe far pensare che dicono di aver dato un colpo mortale alla criminalita' organizzata in media una volta al mese da anni, eppure mafia, camorra, 'ndrangheta sono ben vive e prosperano piu' che mai.
A fronte dell'ostentato ottimismo, ci sono dati inquietanti: per esempio, furti, racket, usura, pizzo, aggressioni: la Confederazione Italiana Agricoltori, che certo non e' un'organizzazione "komunista" e sovversiva, in un suo documentato rapporto denuncia che le varie mafie, solo nelle campagne, sono responsabili di una media di 150 reati al giorno, che fruttano circa 50 miliardi di euro l'anno. Tra i reati piu' diffusi, furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, perfino l'antico abigeato e' in continua crescita: ogni anno circa centomila animali spariscono dalle aziende, in gran parte viene poi macellato clandestinamente. Poi c'e' l'abusivismo edilizio, il caporalato, lo sfruttamento da parte della criminalita' organizzata di etracomunitari irregolari. Un fenomeno che non e' prerogativa delle sole regioni meridionali, ma si sta espandendo in tutta Italia. Come si diceva un tempo, questi sono fatti, non parole.

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