C'è un fermento, una voglia di cambiare, una voglia di sognare e realizzare che forse non trovano spazio nelle pagine dei giornali, nei dibattiti politici, nelle sedute dei programmi di approfondimento, ma si manifestano chiari e decisi nelle parole e negli sguardi di chi vuole cambiare il mondo partendo da se stesso. Sono i giovani che ieri sera hanno provato a mettere insieme esperienze, sogni, frustrazioni e azioni, perchè sono stanchi di resistere stipati in scomode e poco veritiere classificazioni, che li vedono studenti irriverenti, bamboccioni consenzienti, precari svogliati, universitari inadempienti, giovani talentuosi in panchina. Sono giovani che hanno manifestato la loro determinazione ad Esistere perchè ne hanno il diritto, ed hanno molto da dare in termini di idee, creatività, alternative, forza, concretezza.
Ieri sera, ciascuno secondo i propri bisogni, da ciascuno secondo le proprie possibilità, parafrasando Marx, abbiamo iniziato a tessere quella tela di relazioni, sensazioni ed emozioni, che possono portarci ad agire per creare qualcosa insieme.
Quando si riescono a coniugare contenuti di portata prettamente culturale, quando si riesce a parlare di sociale e socialità, quando si mettono insieme nozioni e riflessioni politico-economiche e a questo si aggiungono esperienze personali, dentro e fuori quei massimi sistemi che spesso non si calano nella vita delle persone, stiamo intrecciando Politica e Vita. Lo stiamo facendo dando alla prima il respiro ampio del vivere comune, della necessità di riappropiarci delle relazioni, del valore della comunità, della partecipazione, riducendo la distanza tra le dinamiche poilitiche e le persone. Siamo sulla trada giusta. Stiamo provando a diventare attori della nostra vita e non solo, stiamo cercando di incidere sulla partecipazione attiva, in un territorio che non sempre ne avverte l'urgenza e la portata vitale. Stiamo quindi tentando un teatro sperimentale, quello dove il pubblico diventa protagonista, e la distanza tra spettatori e attori si accorcia fino a svanire.
Questa la prospettiva, questo il sogno e come tutti i sogni, forse ancora carico di eccessive sfumature; dobbiamo calibrare il tiro, ma sicuramente Resistiamo perchè esistiamo e Resistiamo noi che Esistiamo.
Abbiamo iniziato un percorso, abbiamo la forza per portarlo avanti, non sarà certo questo l'arrivo ma l'inizio. Lo si può fare partendo dalle nostre pratiche,dal nostro modo di essere altro, diversi: diversi come tutte le diversità non riconosciute. Eretici.
grazie a tutti LGS
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